La chiesa di S. Paolo fu edificata nel XVIII sec. a seguito della distruzione di un precedente edificio religioso dedicato a S. Sofia per il terremoto del 1693, in area già popolata da numerose abitazioni al limite del vecchio quartiere medievale su cui troneggiava ancora l'antico castello normanno-svevo. La chiesa di S. Sofia a partire dal 1657 ospitava già la statua di S. Paolo di Vincenzo Lorefice del 1567 e nel settembre del 1688 il santo fu dichiarato patrono di Palazzolo, ciò spiega la scelta di ricostruire la chiesa dedicandola al patrono dopo il sisma. A seguito del terremoto la chiesa è distrutta e con essa anche la statua di S. Paolo subisce gravi danneggiamenti. La ricostruzione del tempio avvenne quasi subito grazie alle elemosine della popolazione, per cui fu riprogettata più grande della precedente e nel tentativo di dare maggior respiro alla facciata furono acquistati i terreni intorno costituiti da numerose abitazioni e persino da una grotta che la separava dalle antiche carceri. L'architetto della nuova chiesa è sconosciuto ma l'edificio assunse nella nuova configurazione una impostazione barocca con una facciata a "torre" a tre ordini scandite da coppie di colonne, statue e volute. La pianta della chiesa è a struttura basilicale a tre navate con tre absidi di cui i due laterali. L'interno è abbellito da ben 11 altari di cui due nelle cappelle laterali. Alla fine del settecento il pittore Giuseppe Crestadoro si dedicò molto alla chiesa di S. Paolo pertanto numerose tele qui conservate appartengono a lui. Sull'altare maggiore si trova un crocifisso del XVI-XVII e fra le grandi colonne tortili ha sede un dipinto di Crestadoro che rappresenta la conversione di S. Paolo.