Il riparo Cassataro è un anfratto roccioso che ha la particolarità di avere all'ingresso una serie di pitture rupestri preistoriche, probabilmente le uniche presenti nella Sicilia sud-orientale. Il riparo è costituito dall'accatastamento di enormi blocchi di arenaria che creano un suggestivo spazio racchiuso in modo tale da ricordare un monumento dolmenico e che in epoca preistorica deve aver avuto un utilizzo prettamente cultuale, così come testimoniato non solo dalle pitture ma anche da una serie di coppelle ricavate nel basamento. Scoperto nel 1976, il riparo è stato investigato nel 1993 dall'archeologo G. Biondi, acquisendo nuovi importanti dati per la comprensione e la collocazione temporale del sito. In merito sono state scoperte due serie di pitture: le evidenti figure in ocra rossa e alcune più sbiadite di colorazione nera, quest'ultime visibili meglio in foto all'infrarosso rappresentano un bue con lunghe corna e una figura antropomorfa che abbraccia un tamburello. L'ipotesi è che queste più antiche possono essere databili al paleolitico e al post-paleolitico sulla base di confronti morfologici sebbene in zona non sono stati al momento rinvenuti manufatti riferibili a questo periodo. La scena raffigurata in ocra rossa sembra invece appartenere ad un epoca successiva, che in sempre da un confronto sulla lettura raffigurativa la datazione può essere collocata tra il neolitico e l'eneolitico. Altri studiosi ritengono invece che le raffigurazioni siano associate più all'età del bronzo antico sulla base della grande quantità di ceramica castellucciana sparsa sulla rocca e intorno che ne testimoniano una maggiore presenza rispetto agli scarsi frammenti ceramici neolitici, ma tali elemento non possono essere considerati scientificamente validi per la datazione delle pitture rupestri. La scena mostra una serie di figure antropomorfe da sinistra verso destra con un grado di semplificazione e astrazione crescente. Nella loro stilizzazione le figure umane sono raffigurate prive di testa busto e arti superiori, pertanto le figure ad anello potrebbero raffigurare solo la parte del bacino della figura. Altri invece ritengono che si tratti di un'astrazione di persone oranti le cui braccia alzate si uniscono per formare un cerchio con la testa in basso. Le figure antropomorfe si distribuiscono attorno ad un grande disegno centrale che ne costituisce il fulcro, composto da una notevole complessità che al momento non ha fornito elementi chiari di decifrazione. Esso potrebbe rappresentare una grande costruzione, forse una capanna/sacello oppure, più probabilmente, una figura importante quale la rappresentazione di una divinità o di una persona di rilievo della comunità. Il disegno, infatti, presenta alcuni tratti in comune con le figure stilizzate antropomorfe, con la differenza di una maggiore ricchezza e complessità dovuta anche ad una struttura a reticolo che potrebbe rappresentare le maglie di una veste. All'interno del riparo è visibile una parte del basamento dove sono evidenti una numerosa serie di coppelle scavate di probabile utilizzo cultuale. Il sito si trova al momento in proprietà privata e non è visitabile.